Le Balze del Valdarno

In un tempo molto lontano, circa 2 milioni di anni fa (Pleistocene), la conca del Valdarno era un grande lago d’acqua dolce largo circa 8 km e lungo circa 40 km, delimitato dai Monti del Pratomagno e del Chianti. Nel corso dei secoli il clima si fece più temperato, il mare che copriva gran parte della Toscana si ritirò e i sedimenti colmarono lentamente il lago, mentre l’Arno e suoi affluenti scavarono e levigarono quelle che oggi chiamiamo Balze. Così si sono formati questi canyons dalle impressionanti prospettive e profonde forre, guglie naturali color giallo ocra fatte di argille, sabbie e ghiaie.  Se un tempo l’antico lago fu abitato da animali come la temibile tigre dai denti a sciabola, ippopotami, elefanti, rinoceronti (i cui resti sono visibili al Museo Paleontologico di Montevarchi e al Museo di Storia Naturale di Firenze) oggi tra le pareti delle Balze e la ricca vegetazione circostante trovano l’habitat ideale numerose specie di uccelli, mammiferi e insetti. Camminare nei sentieri dell’Area Naturale delle Balze significa scoprire un paesaggio modellato dalla storia e dall’uomo, dove le luci dall’alba al tramonto sfumano i colori delle pareti verticali e dove la vita è raccontata passo dopo passo dalle cavità utilizzate come depositi di attrezzi agricoli o come rifugi durante la Seconda Guerra Mondiale.

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