Il dipinto, che oggi dopo un accurato restauro, viene restituito alla Pieve di Cascia, in realtà fu in origine destinato a Santa Tea, l’antica chiesetta romanica, poco distante dalla Pieve.
Sabato prossimo, alle ore 17,30, alla Pieve di S. Pietro a Cascia, si svolgerà la presentazione della Tela di Santa Tea restaurata.
Il dipinto, che oggi dopo un accurato restauro, viene restituito alla Pieve di Cascia, in realtà fu in origine destinato a Santa Tea, l’antica chiesetta romanica, poco distante dalla Pieve. L’opera commissionata da Fra Antonio Martelli, Cavaliere di Malta e Pievano di San Pietro a Cascia dal 1562 al 1589, propone una sacra conversazione improntata su uno schema compositivo nel quale la Vergine con il Bambino occupano l’apice dell’impianto piramidale alle cui estremità inferiori si trovano i santi Giovanni Battista e Tecla, viene attribuita a Francesco Morandini, detto il Poppi. Pittore di grande valore, aiuto di Giorgio Vasari, a cui vengono attribuite 87 opere fra cui
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa di restauro del dipinto, che sabato verrà restituito alla conoscenza degli abitanti di Reggello e di tutti coloro che verranno in visita al Museo ed alla Pieve” Afferma l’Assessore alla Cultura del Comune di Reggello, Maria Pia Babini – che continua dicendo: E’ con orgoglio che possiamo far risalire l’importante scoperta che Fra Antonio Martelli è stato piovano di Cascia, in base alla ricerca sugli archivi storici fatta lo scorso anno dai ragazzi delle Scuole Medie di Reggello e coordinato da Maria Italia Lanzarini, nell’ambito del progetto “Mus&ccetera” cofinanziato dal Comune e dalla Regione.
Determinante per il restauro dell’opera sono stati la tenacia dei gestori del Museo Masaccio, della Pieve di S. Pietro a Cascia, della Diocesi di Fiesole, della preziosa collaborazione della Sovrintendenza per i beni artistici e storici e del contributo del Comune di Figline Valdarno”.
L’opera infatti è stata restaurata grazie all’impegno del Comune di Figline Valdarno, che con questo contributo ha voluto mostrare la propria gratitudine al prestito del Trittico di San Giovenale di Masaccio.
“La trasferta a Figline Valdarno dell’opera “maestra” del Museo – conclude l’Assessore Babini – se da un lato per noi rappresenta un vuoto importante dall’altro ci rende orgogliosi di poter contribuire a valorizzare il territorio ed i suoi preziosi beni artistici”