Arte e Architettura

ALLA SCOPERTA DI UN RICCO PATRIMONIO ARTISTICO

 

Il patrimonio artistico e architettonico presenta molti punti di interesse e capolavori custoditi nelle chiese e nei due musei d’arte sacra del territorio.

Nel capoluogo si possono ammirare Piazza Potente, con i loggiati di fine ‘500, il Palazzo Comunale, con gli stemmi dei Podestà succedutisi negli anni al governo della comunità e la cinquecentesca Chiesa di S. Jacopo, con affreschi e dipinti seicenteschi ed un organo del XVIII secolo.

A due chilometri da Reggello si trova la chiesa di S. Margherita a Cancelli, di antica fondazione, più volte restaurata. Questa conserva nell’interno un affresco della bottega di Paolo Schiavo.

In località Cascia è possibile visitare la Pieve Romanica di San Pietro a Cascia, che conserva un crocifisso ligneo del ‘400 e un’Annunciazione, attribuita a Mariotto di Cristofano (1420). Presso la Pieve si trova il Museo Masaccio di Arte Sacra, che tra i numerosi capolavori annovera il Trittico di San Giovenale, opera prima del pittore Masaccio, datata 1422.

Degne di nota la Pieve di S. Agata in Arfoli (1230) e quella di Pitiana che risale al 1039. La prima conserva un affresco del Gerini (1451), un’opera di Raffaellino del Garbo (1497) ed un prezioso organo del 1756. Nella Pieve di Pitiana si possono ammirare pregevoli opere d’arte, tra cui due tavole del Ghirlandaio e una pala d’altare di Ignazio Hugford. Opere di Mino da Fiesole e di Antonio Rossellino si trovano invece nella Chiesa di San Clemente a Sociana. In località Sociana si trova anche la chiesa di S. Maria, che risale al 1299. Antica cappella suffraganea della Pieve di San Leonino a Rignano, la chiesa, di epoca romanica, ha un impianto ad unica navata ed è stata completamente restaurata nel 1929. All’esterno si può ammirare il portico Settecentesco ed il campanile a vela a due ordini di campane, sormontato da una cuspide con una croce in metallo. Di particolare pregio le cornici in pietra arenaria. All’interno il fonte battesimale di stile neo rinascimentale ed alcune pregiate tele sei-settecentesche di scuola fiorentina e toscana.

Nelle vicinanze del capoluogo, si trova l’Oratorio di Ponticelli (XVI – XVII secolo), sorto come spontaneo luogo di culto e devozione a S.Anna, protettrice delle partorienti ed alla Vergine Maria. La gente del Valdarno, scampata ad una pestilenza, vi si recava a ringraziare la Vergine portando i propri ex-voto. Nel 1770 papa Clemente XIV con una bolla riconobbe Ponticelli come luogo devozionale concedendo all’oratorio l’indulgenza plenaria. Ponticelli fu anche romitorio e luogo deputato all’accoglienza dei pellegrini che si muovevano lungo le strade di valico tra Valdarno e Casentino. L’edificio, realizzato in pietra arenaria, ha una unica navata ed è stato restaurato nel 1979.

In località i Piani, tra Pietrapiana e Vallombrosa, sorgeva inoltre l’Oratorio o Cappella dei Piani, oggi edificio privato, anch’esso sorto come luogo di devozione popolare verso la Madonna della Neve.

Ricchissima di tesori artistici è infine la località turistica di Vallombrosa, sede della millenaria Abbazia e del Museo di Arte Sacra, inaugurato nel 2006. A Vallombrosa si può percorrere il Circuito delle Cappelle - tra cui quella dedicata a San Giovanni Gualberto – un itinerario pedonale che si snoda nella foresta, toccando dieci Cappelle sei/settecentesche completamente restaurate, che costituivano “un avamposto” dell’Abbazia, legato alla sua storia fin dalle origini. Nei pressi di Vallombrosa verso la Consuma, si trova il Borgo di San Miniato in Alpe o al Poggio. Nell’800 il Borgo contava 108 abitanti.

Sul territorio sono presenti numerose vestigia di Castelli, fra i quali ricordiamo quello del Poggio della Regina, 950 m. slm, centro dell’ antica Curia del Castiglione, che comprendeva parte del territorio degli attuali comuni di Reggello e Pian di Scò. Sul luogo sono visibili i ruderi della fortificazione dei Guidi risalente all’XI secolo. Nei pressi della frazione di Leccio si trova il Castello di Sammezzano, con relativo parco. Edificato sul luogo ove sorgeva una villa medievale appartenuta agli Altoviti, il complesso presenta una particolare architettura di stile moresco. Nella frazione dei Ciliegi è inoltre possibile ammirare la Torre del Castellano, edificio privato, di grande impatto visivo grazie al colore bianco dell’alberese. Eretto dai conti Guidi sul luogo di una torre di avvistamento longobarda, nel corso del ‘300 fu acquistato dai Castellani, ricca famiglia di banchieri fiorentini, che gli dettero il nome. Nel 1938 i Pegna, attuali proprietari, ne affidarono il restauro all’architetto Morozzi, che ha riportato l’edificio all’antica forma architettonica. In località S. Ellero è presente l’omonimo castello, probabilmente fondato in epoca altomedievale per difesa dell’Abbazia Benedettina di S. Ilario in Alfiano, distrutta nel 1267 ad opera di Carlo d’Angiò e dei guelfi fiorentini. Dell’insediamento fortificato, trasformato in villa, restano la torre centrale, parzialmente ricostruita, e tratti della cinta muraria sulla quale sono state addossate parte delle case. In località Vallombrosa si trova il Castello di Acquabella, circondato da un parco all’italiana. Edificato per volontà della famiglia Resse nel 1881, su progetto dell’architetto Corinti, nel 1893 fu trasformato dai nuovi proprietari nel Grande Albergo Castello di Acquabella.

Sul territorio si trovano anche importanti ville. La Villa di Mandri, ben restaurata e riportata all’aspetto cinquecentesco, è appartenuta ad un ramo cadetto dei Medici. Presenta una pregevole facciata, ridisegnata nel 1664 da Foggini e Silvani. Interessante il giardino interno, con un antico sistema di irrigazione per tracimazione, realizzato con vasche di pietra serena. La Villa “I Bonsi” posta tra gli olivi, risale invece al ‘400. Antica “casa da signore” di proprietà della famiglia fiorentina dei Bonsi della Ruota, nel ‘600 fu ceduta ai Frati del Carmine di Firenze e trasformata in convento. Nell’800 la famiglia Budini Gattai ne fece una villa-castello, su progetto dell’architetto pittore Raffaello Sorbi. Interessanti la cantina, risalente al periodo medievale, con volte a crociera in laterizi e l’orciaia, con manufatti del XIX secolo. Villa Pitiana, la cui esistenza è documentata fin dal 1309, si trova in località “Pitiana Alta”, sul luogo ove probabilmente sorgeva una “casa da signore”. Costruita in filaretto (file di piccoli conci di pietraforte a vista), la villa consta di una massiccia torre rettangolare e di due cortili. Nel 1610 fu aggiunta l’ala posteriore, con facciata a tre ordini opera di Alfonso Parigi. Divenuta proprietà della famiglia Grottanelli, la Villa assunse l’aspetto attuale alla fine dell’800.

Altra emergenza architettonica del territorio è l’antico “Ponte di Annibale”. Si tratta in realtà di un attraversamento risalente al tardo medioevo, costruito in pietra locale sfruttando gli scogli emergenti dal letto del fiume. L’attraversamento era associato ad un mulino, ancora ben conservato negli anni cinquanta. Molto basso sul livello del fiume e privo di spallette, non era utilizzabile nei periodi di piena, perché veniva sommerso. Oggi è privo dell’arcata centrale, distrutta dall’alluvione del 1966.

Da segnalare, infine, sul monte Secchieta, un Monumento ai Caduti della Battaglia di Secchieta: nella primavera del 1944 undici uomini appartenenti al piccolo presidio di Secchieta morirono nello scontro con i reparti tedeschi.

 

 

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